La mungitrice

“Quando mungo le mie caprette provo un senso di soddisfazione e gratitudine, perché questi animaletti ci danno tantissimo.”

Antonietta Angelini descrive così la mungitura, attività che svolge da quando era bambina: il suo papà aveva un allevamento di vacche brune alpine, erano molto mansuete e buone, e Antonietta, all’età di dieci anni circa (ricorda che aveva da poco ricevuto il sacramento della Prima Comunione) munse per la prima volta una vacca.

Si tratta di un momento magico, quasi solenne: l’animale si lascia avvicinare dall’allevatore, lascia che il suo latte venga munto, lo offre in dono all’allevatore in cambio della cura e delle attenzioni che questo ripone nell’attività dell’allevamento. 

Oggi, nella sua azienda agricola Le Capre di Capradosso (Rotella, AP),  mungitura avviene due volte al giorno: la prima alle 4:30 del mattino in modo da poter portare gli animali al pascolo prima diventi troppo caldo, e la seconda alle 16:30, prima di portarle nuovamente al pascolo, dove possono muoversi liberamente, scegliere con cura le erbe migliori per loro, quindi i nutrienti di cui hanno bisogno.  

Vengono munte 6 caprette per volta grazie alla mungitrice meccanica, ma alla fine, per la scolatura, Antonietta munge le caprette una ad una, come una coccola finale, stimolandole a darle tutte il loro latte, anche quello più grasso, di qualità, inginocchiandosi accanto a loro, quasi come a chiedere il loro latte e a ringraziarle. 

La mungitura, insieme ai pascoli, fanno sì che Antonietta ottenga un latte di qualità, ricco di vitamine e Omega 3, in modo da produrre formaggi e latticini deliziosi.

L’esperienza di Antonietta testimonia il legame particolare che si crea tra animali e allevatori, i quali ritmi di vita si influenzano a vicenda, inoltre Antonietta evidenzia il fatto che “gli animali vanno curati, prima di tutto perché è il nostro lavoro e va fatto bene, e poi perché ci danno tanto, quindi bisogna rispettarli”. 

Testo di Melanie Sara Palermo, Foto di Antonietta Angelini